PeregrINAre

Quanti aspetti racchiude in sè l’immagine del “peregrino”! La più immediata, e probabilmente la più diffusa, è quella dell’erranza, a volte con una meta, come nei pellegrinaggi religiosi, a volte senza meta, come umili vagabondi. Il peregrino va per luoghi sconosciuti, si avventura in terre straniere. Ma peregrino si dice anche di qualcosa che appare singolare, originale fino ad essere strano. Lontananza, viaggio, estraneità sono dimensioni molto vive nel mondo contemporaneo non solo per i migranti in cerca di nuove nazioni da abitare, ma anche per ogni uomo o donna che cerchi una stabilità lavorativa, sentimentale o spirituale. Siamo erranti anche quando stiamo fermi dinnanzi ad un computer che ci fa fare il giro del mondo a colpi di bit, post e download. Non ci resta che trovare un centro, una bussola che si muova con noi, non ci resta che trovare noi stessi, la nostra umanità. Possiamo progettare le nostre esplorazioni attrezzandoci di mappe e consigli altrui, ma prima o poi le zone d’ombra metteranno alla prova ogni certezza e tra dubbi e scelte ineludibili si affaccia la nostra identità, personale e professionale. Peregrinazione vuole essere un blog di informazione culturale, ma anche e soprattutto di riflessione, approfondimento e interrogazione del reale con rigore, curiosità ed entusiasmo.

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12.12.11

RaccontARTI/Musica: Il musico del Pantheon: intervista a Luca Bertelli.



Sonorità misticheggiante, atmosfera tra l’onirico e l’ipnotico. Anche in piazza, dove i suoni armoniosi si confondono con rumori, chiacchiericci e schiamazzi, il suono dell’Hang ti prende l’anima  e la lascia così, sospesa, vibrante. Avvenierisitco anche nel design, quanto meno curioso… una sorta di disco volante caduto dal cielo all’alba del nuovo millennio. Risalirebbe infatti al 2000 la produzione del primo hang altrimenti detto Pan Drums, o ancora 'hand pans'.  In Italia non è molto conosciuto e sono pochi, pochissimi i musicisti. D'altronde non è così facile procursene uno...Perchè? Ce lo racconta Luca Bertelli.Poco più che ventenne, su you tube è conosciuto con il "musico del Pantheon". Luca in effetti vive a Roma e nella piazza delle Minerva, davanti al grande tempio, ha trascorso molto tempo ad esercitarsi suonando per i passanti.  E' lì che l’ho conosciuto un anno fa, aggranchiato per terra con in grembo il suo inseparabile compagno di viaggi. A distanza di un anno ha pubblicato il suo primo disco...


I
Luca, come hai scoperto l’Hang?
Casualmente, l'anno dei mondiali vinti dall'Italia, durante una vacanza nel sud d'Italia, ho incontrato un ragazzo che suonava questo magnifico strumento di notte, in spiaggia, e mi sono subito innamorato del suono prodotto.


Si dice che non sia così facile riuscire ad acquistarne uno. I suoi costruttori sono un po’ selettivi…
La produzione è artigianale e vengono costruiti pochissimi pezzi ogni anno; le richieste sono migliaia e i costruttori ritengono necessario conoscere personalmente i possibili acquirenti.
Per richiederlo bisogna scrivere ai due costruttori di Berna una lettera, a mano, indicando le motivazioni per le quali si vuole acquistare l'Hang, oltre ad una sorta di presentazione di se stessi.
Dopo un'attesa che può durare addirittura anni, pochi fortunati vengono contattati da Felix e Sabina che offriranno un appuntamento e una stanza dove alloggiare un paio di notti per avere il tempo necessario di scegliere il proprio strumento tra decine di hang con diverse accordature.

Come hai imparato a suonarlo e quali difficoltà comporta?
E' uno strumento molto personale, non c'è un metodo da imparare; tutto quello che serve è fantasia e amore per la musica. Ogni musicista lo suona in maniera diversa, con un proprio stile che nasce dall'improvvisazione.

Cosa trovi di interessante in questo strumento che altri non hanno?
Prima di essere amante della Musica, sono amante del Suono. Il timbro dell'hang è unico e la sua qualità è incredibilmente alta.

La tua passione si è trasformata in qualcosa di più: il “progetto hang”. Di che cosa si tratta?
Negli anni ho affiancato l'hang a diversi strumenti musicali, conoscendo numerosi musicisti con i quali mi esibisco dal vivo.
Il Progetto Hang, attualmente, è un duo musicale composto da Hang e Chitarra acustica. Stefano Maura, insegnante di musica e studente presso il Conservatorio di Santa Cecilia in Roma, mi accompagna con le sue chitarre nel mio progetto musicale.

Da poco è uscito il tuo primo disco.  Come si intitola?
Il titolo del disco è "Progetto Hang". Ogni brano ha una diversa atmosfera che descrive diverse immagini. La prima traccia del disco "parla" dell'autunno.

Come ti prepari ad un concerto? Hai qualche portafortuna speciale, quale gesto scaramantico o non ne hai bisogno…
Nulla in particolare.

Secondo te, qual è la “scenografia” ideale per suonare l’hang?
Il suono dell'Hang è molto versatile. Mi sono esibito in numerosi contesti completamente diversi tra loro e c'è sempre una risposta diversa.
E' una bellissima sfida cercare di adattarmi alle diverse situazione nelle quali mi esibisco.

Cosa cambia tra quando suoni nelle piazze, dove hai cominciato, e quando fai performance live in teatri o locali? Il pubblico reagisce diversamente?
In strada devi saper cogliere l'attenzione dei passanti e trasformarli in spettatori, o meglio ascoltatori.
Nei teatri è tutto molto più semplice, il silenzio ed il buio aiutano lo spettatore a concentrarsi sulla performance ed il contesto li aiuta ad immergersi con facilità nella musica.

Riesci ad essere economicamente autonomo?
La vita da musicante è una continua sfida...

Recentemente stai cercando di sperimentare un dialogo con altre discipline artistiche. Come nascono le contaminazioni? Con quale disciplina il legame è immediato e spontaneo e quale, invece richiede più approfondimento ma è più intrigante?
Con il Progetto Hang, ciò' che mi piace di più è creare musica per immagini.
Che queste siano quelle di un film, di uno spettacolo teatrale, di una danza, è indifferente.

Recentemente, Progetto Hang ha fatto da colonna sonora alle proiezioni di Godfrey Reggio, regista e videoartista americano nel Cinema del Brancaleone di Roma. Qual è stato lo spunto?
Il Brancalone ci ha proposto questo compito e noi siamo stati davvero fieri di sostituire, solo per una sera, la musica di Philip Glass. E' stata una bellissima sfida e ci siamo divertiti tantissimo. 

Domanda indiscreta…le donne come vedono un musicista di hang? 
Nel suonare un Hang ci sono molti lati positivi... :)

Nel tuo orizzonte il treno da non perdere è… 
Il bello è proprio non sapere dove sarà diretto il prossimo treno...

Grazie Luca!

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