PeregrINAre

Quanti aspetti racchiude in sè l’immagine del “peregrino”! La più immediata, e probabilmente la più diffusa, è quella dell’erranza, a volte con una meta, come nei pellegrinaggi religiosi, a volte senza meta, come umili vagabondi. Il peregrino va per luoghi sconosciuti, si avventura in terre straniere. Ma peregrino si dice anche di qualcosa che appare singolare, originale fino ad essere strano. Lontananza, viaggio, estraneità sono dimensioni molto vive nel mondo contemporaneo non solo per i migranti in cerca di nuove nazioni da abitare, ma anche per ogni uomo o donna che cerchi una stabilità lavorativa, sentimentale o spirituale. Siamo erranti anche quando stiamo fermi dinnanzi ad un computer che ci fa fare il giro del mondo a colpi di bit, post e download. Non ci resta che trovare un centro, una bussola che si muova con noi, non ci resta che trovare noi stessi, la nostra umanità. Possiamo progettare le nostre esplorazioni attrezzandoci di mappe e consigli altrui, ma prima o poi le zone d’ombra metteranno alla prova ogni certezza e tra dubbi e scelte ineludibili si affaccia la nostra identità, personale e professionale. Peregrinazione vuole essere un blog di informazione culturale, ma anche e soprattutto di riflessione, approfondimento e interrogazione del reale con rigore, curiosità ed entusiasmo.

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8.11.11

RaccontARTI/Danza: Danza Contemporanea e Tai Chi, una nuova Via della Seta



Non si apre il sipario. Nessuna attesa in poltrona. Nessun annuncio.  Al centro della scena si erge solenne una figura esile. Raccoglie tra le braccia un lungo telo, con quel ritmo lento e vigoroso che trasforma il gesto in simbolica ritualità. 
Poi, passo dopo passo, esce perché il vero rito, l’incontro tra la danza e l’arte marziale, ha ancora da compiersi. E vediamo duettare, misurarsi, confrontarsi, avvicinarsi fino a fondersi, due tradizioni: quella occidentale della Danza Contemporanea, aperta per natura a contaminazioni artistiche, e quella  orientale del Viet Tai chi, arte marziale che da millenni insegna a coltivare l’energia.

Un dialogo a più voci che nasce dalla consapevolezza di poter percorrere tratti di strada in comune, di poter cercare insieme armonia, equilibro e percezione profonda dell’essere, del corpo e dello spirito. La gestualità è ricca, complessa perchè attinge a due linguaggi diversi. 

Verso Oriente”, la proposta coreografica andata in scena il 6 novembre scorso  al Centro Culturale San Gaetano di Padova, è un progetto ideato da Laura Pulin, direttrice della scuola Spaziodanza e del festival ProspettivaDanza, con la partecipazione del maestro Maurizio Foschi sotto la supervisione del maestro Bao Lan


 
L’idea progettuale è stata sviluppata in collaborazione con Antonella Schiavon e ancora con Giovanna Trinca ed Elisabetta Cortella. Quest’ultime appaiono anche sul palco quali eleganti sacerdotesse e fedeli custodi del rito in atto. 
Con loro un ensemble di giovani ballerini che da mesi hanno affiancato la pratica del tai chi alla formazione accademica tradizionale. 

 Il sodalizio tra le due discipline ha le sue naturali premesse nella capacità di ascolto che rende l’alterità più familiare, ma soprattutto nel rigore e nella concentrazione che possono condurre all’elevazione spirituale, alla qualità formale, alla finezza artistica. 
La performance si è consumata in cinquanta minuti intensi e avvolgenti. Nessuna pausa per gli interpreti. Nessuna interruzione per il pubblico.  
Un unico percorso a raccontare le radici, le tensioni e le vibrazioni che accompagnano il cammino lungo una nuova Via della Seta. Un solo lunghissimo applauso finale a conferma che la strada, appena ai suoi inizi, è quella giusta.

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